La mappa dei depositi vincolati a 12 mesi o più. Ma se si accetta il rischio di un investimento si può guadagnare di più
Un terzo della ricchezza
Quasi 1.500 miliardi di euro. A tanto ammonta il risparmio parcheggiato su conti, depositi vincolati e pronti contro termine. Gli italiani amano sempre molto lo stato liquido dei risparmi, indipendentemente dalla sua convenienza. E dal fatto che la scelta di rimanere disinvestiti in una certa misura può essere saggia, ma anche una trappola perché impedisce di cogliere le opportunità dell’impegno a lungo termine. Ma torniamo all’attualità. La ripresa dell’inflazione, la politica commerciale dei dazi di Trump che rischia di compromettere la crescita economica globale, l’indebolimento dell’euro, l’emergenza migranti e i rischi per il futuro dell’Eurozona, è il mix esplosivo che negli ultimi mesi ha creato un contesto preoccupante per i risparmiatori.
Un aumento dell’incertezza che non invoglia le famiglie italiane — storicamente molto conservatrici — a spingere sull’acceleratore degli investimenti, assumendosi qualche rischio aggiuntivo. E così si sono gonfiati ulteriormente i conti correnti dove, in pochi mesi, sono confluiti 74 miliardi di euro in più dell’anno precedente (+5,3%). In compenso è calata di 53 miliardi di euro la raccolta di medio e lungo termine. A complicare la vita dei risparmiatori c’è anche la politica ultraespansiva della Bce che non rialzerà i tassi fino all’estate 2019, mantenendo rendimenti risicati su tutti gli strumenti a basso rischio e restringendo lo spazio di scelta.
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