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MILANO - Sergio Marchionne lascia in eredità a Mike Manley un gigante da 14 marchi, 111 miliardi di ricavi netti, 149 stabilimenti e 236 mila dipendenti sparsi in tutto il mondo. Sono questi i numeri di Fca, la società nata nel 2014 al completamento della fusione tra Fiat e Chrysler, il traguardo più importante tra quelli raggiunti dal manager italio-canadese nei suoi 14 anni alla guida dell'azienda.
GLI SCORPORI FIAT INDUSTRIAL E FERRARI
Fiat, capostipite della famiglia, oggi rappresenta solo una parte della galassia Fca. Nel 2010 dal perimetro dell'azienda si era già sganciato il segmento dei veicoli commerciali e industriali che dopo la fusione con Cnh Global ha dato via a Cnh Industrial, società separata da Fca. Allo stesso modo, Marchionne aveva scelto un destino separato anche per Ferrari, scorporata ufficialmente nel 2014.

L'EREDITA' DELL'AUTO  ITALIANA: FIAT, ALFA ROMEO E LANCIA
Ciò che resta dell'auto italiana dentro Fca fa riferimento ai marchi Fiat, Alfa Romeo e Lancia. Quest'ultima è stata la grande sacrificata dell'era Marchionne, che a partire dal piano 2014 ha scelto di interrompere lo sviluppo di nuovi modelli, lasciando in vita solo la produzione della Ypsilon, prodotta nello stabilimento polacco di Tychy e venduta soltanto in Italia.

L'addio a Lancia è stato per Marchionne una scelta necessaria per favorire il lancio di Alfa Romeo anche oltre i confini italiani, un'altra delle scommesse più importanti della sua gestione manageriale. I primi numeri di rilievo negli Stati Uniti si sono visti lo scorso anno, quando il marchio ha venduto 12.031 veicoli, comunque ancora ben lontani dagli oltre 85 mila in Europa, prevalentemente in Italia. Fiat resta di gran lunga il marchio italiano di maggiore successo, soprattutto nel Vecchio Continente. Dal 2012 al 2017 le immatricolazioni sono passate da 582 mila a 779 mila.

LA COSTOLA USA: IL DOMINIO DI RAM E JEEP
Se si guarda all'intero gruppo però soltanto meno di un'auto su tre nell'intero gruppo Fca ha marchio Fiat. Gli ottimi risultati del gruppo Fca sono soprattutto made in Usa. Dei 4,7 milioni di auto vendute, 2 milioni si riferiscono agli Stati Uniti, in assoluto mercato principale, a fronte degli 1,04 milioni in Europa. Negli States a primeggiare è Ram, la casa che produce soprattutto pickup e veicoli commerciali, guidata fino ad oggi proprio da Manley, responsabile anche del marchio Jeep: negli Usa un veicolo su due venduto da Fca è Ram. Il secondo marchio più venduto dal gruppo è invece Jeep, protagonista di una crescita impressionante. Nel 2009, quando Manley è subentrato alla guida, l'azienda vendeva 337.716 veicoli, l'80% dei quali nel Nord America. Numeri quadruplicati in meno di dieci anni se si considera che nel 2017 l'azienda ha messo sul mercato quasi 1,4 milioni di auto. Molto positivo anche il dato europeo, dove le vendite in soli cinque anni sono passate da 24 mila a oltre 108 mila.

MASERATI, L'ESPLOSIONE DEL LUSSO
Orfana di Ferrari, Maserati è diventata la punta di diamante del lusso all'interno della galassia Fca. I numeri sono inevitabilmente marginali rispetto ai volumi degli altri brand, ma la crescita del marchio è stata un'altra delle scommesse vinte da Marchionne. Nel 2017 l'azienda ha venduto 52 mila auto, sette anni prima erano quasi un decimo. Anche i risultati finanziari danno ragione alla scelta del manager: i ricavi netti nell'ultimo anno sono cresciuti del 17% da 3,4 a 4 miliardi di euro. Nel 2012 il fatturato ammontava a 634 milioni di euro.

MARELLI, LA COMPONENTISTICA PRONTA AL DISTACCO
Fuori dal settore auto in senso stretto, ma sempre all'interno della galassia Fca, spiccano infine Marelli, storica azienda che si occupa della componentistica auto che Marchionne ha annunciato di volere scorporare e quotare separatamente e Comau, società che si occupa di robotica industriale. Secondo le stime degli analisti, il valore di Marelli in vista di una eventuale quotazione si attesta tra i 4 e i 6 miliardi di euro.

FCA NEL MONDO
Dei 4,7 milioni di auto vendute nello 2017, circa il 75% si riferisce soltanto ai mercati Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e Nafta (Stati Uniti, Canada e Messico), mentre il resto è attribuibile prevalentemente al mercato sudamericano e al Brasile in particolare, dove però l'azienda ha perso terreno nel corso degli ultimi anni, complice anche la crisi che ha colpito il Paese. Nel 2012 dei 4,2 milioni di auto vendute 679 mila erano state immatricolate in Brasile, circa il 16%. Cinque anni dopo, esclusa Jeep, erano 172 mila, circa il 3% del totale. In compenso nel Paese il gruppo mantiene ottimi risultati sul fronte dei veicoli commerciali, essendo di gran lunga il marchio più venduto: quasi 119 mila sui 317 mmmatricolati nel 2017

DOVE LAVORA FCA
Dei 149 stabilimenti di Fca, 60 sono relativi al settore automotive (la quota restante alla componentistica). Di questi, 25 si trovano tra Stati Uniti e Canada, 17 in Europa, compresi gli stabilimenti in Serbia e Turchia, e i restanti sono sparsi tra Sud America, Messico, India e Cina. Nel 2013, ultimo dato disponibile nei documenti ufficiali Fca, dei 225 mila dipdendenti del gruppo (oggi sono 236 mila), circa un quarto - 62 mila - erano riferiti all'Italia, 81 mila erano i lavoratori in Nord America e 48 mila in America Latina. Secondoi dati diffusi dalla Fim-Cisl quest'anno i dipendenti del gruppo in Italia sono 66.200.