lunedì 30 settembre 2019

La Francia si ferma per i funerali di Jacques Chirac


La Francia si ferma per i funerali di Jacques Chirac
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REUTERS/Philippe Wojazer/Pool
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Lunedì la Francia si è quasi fermata per rendere l'ultimo omaggio all'ex presdiente Jacques Chirac.
In migliaia i francesi che hanno partecipato e non solo idealmente, mentre le bandiere a mezz'asta hanno ricordato che la giornata era stata dichiarata di lutto nazionale.
Alle 15 è stato osservato un minuto di silenzio in tutti gli edifici pubblici, in particolare nelle scuole.
Il lungo lunedì d'addio è iniziato con una funzione strettamente privata che si è svolta nella cappella degli invalides, il feretro è stato poi trasportato a Saint Sulpice, dove a mezzogiorno si è tenuta la messa solenne.
Trenta i capi di Stato e di governo che vi hanno partecipato, tutti gli ex presidenti sncora in vita.
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Somalia: attacco ai militari italiani e a una base USA

Somalia: attacco ai militari italiani e a una base USA


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Rientravano dopo una sessione di addestramento a favore delle forze somale, erano diretti verso il ministero della difesa a Mogadiscio, quando un'esplosione, sembra un'autobomba, li ha travolti; un convoglio militare italiano è stato vittima di un attentato oggi in tarda mattinata nella capitale somala. Un ordigno artigianale, nessuna rivendicazione e nel bilancio finale, nessuna vittima tra i militari.
Nelle stesse ore in un'altra città, Baledogle a 100 km da Mogadiscio,una base militare che ospita tra l'altro forze statunitensi, è stata colpita da due autobomba, quest'ultimo attacco è stato rivendicato dai terroristi di Al Shabaab. I militari italiani in Somalia operano nell'ambito della missione europea EUTM come consulenti e addestratori a fianco del governo federale di transizione somalo.
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Eurozona: disoccupazione in discesa, ai minimi dal 2008




Eurozona: disoccupazione in discesa, ai minimi dal 2008




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Un buon segnale dato che a un maggior tasso di occupazione, di norma, si accompagnano maggiori consumi e crescita; la disoccupazione nell'Eurozona è ai minimi dalla crisi del 2008si attesta al 7.4%. Diminuisce soprattutto nei Paesi in cui era più alta, comunque restano molto importanti le differenze tra i 19. L'Italia, è ben sopra la media con un 9.5% di disoccupati sebbene siano in discesa, meno 0,3 % rispetto a Luglio; in Germania, la più forte economia dell'eurozona, invece, il tasso di disoccupazione resta stabile al 3,1 %. Sul capo opposto della linea la Grecia che registra un 17% di disoccupazione anche se pure qui i numeri migliorano nel tempo.
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Ac­cet­ta­re l’i­ni­zia­ti­va del­l’U­DC por­reb­be fine alla via bi­la­te­ra­le



L’i­ni­zia­ti­va del­l’U­DC con­tro i bi­la­te­ra­li chie­de che la Sviz­ze­ra de­nun­ci l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne con­clu­so tra gli Stati mem­bri del­l’UE e del­l’AELS. La sua ac­cet­ta­zio­ne por­reb­be fine alla via bi­la­te­ra­le e peg­gio­re­reb­be l’ac­ces­so delle im­pre­se al loro prin­ci­pa­le mer­ca­to d’e­spor­ta­zio­ne. In un nuovo dos­sier­po­li­ti­ca, eco­no­mie­suis­se mo­stra per­ché l’e­co­no­mia ri­fiu­ta ca­te­go­ri­ca­men­te l’i­ni­zia­ti­va e per­ché non vi sia un’al­ter­na­ti­va equi­va­len­te agli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li I.
Le cit­ta­di­ne e i cit­ta­di­ni sviz­ze­ri si pro­nun­ce­ran­no sul­l’i­ni­zia­ti­va del­l’U­DC con­tro i bi­la­te­ra­li pro­ba­bil­men­te nel mag­gio 2020. Que­sta ini­zia­ti­va chie­de la di­sdet­ta del­l’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne tra gli Stati mem­bri del­l’UE e del­l’AELS. La sua ac­cet­ta­zio­ne alle urne si­gni­fi­che­reb­be la fine della via bi­la­te­ra­le. L’ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne è di fatto le­ga­to agli altri sei ac­cor­di bi­la­te­ra­li (agri­col­tu­ra, osta­co­li tec­ni­ci al com­mer­cio, ap­pal­ti pub­bli­ci, ri­cer­ca, tra­spor­to aereo e tra­spor­ti ter­re­stri) me­dian­te una «clau­so­la ghi­gliot­ti­na». Le con­se­guen­ze per l’e­co­no­mia sviz­ze­ra sa­reb­be­ro di­sa­stro­se: in un solo anno essa per­de­reb­be il di­rit­to di par­te­ci­pa­re al mer­ca­to in­ter­no del­l’UE. Sa­reb­be la fine di una sto­ria di suc­ces­so che ha ap­por­ta­to alla Sviz­ze­ra im­pie­ghi e be­nes­se­re.

FORTE AU­MEN­TO DELLA PRO­SPE­RI­TÀ

Vari studi rea­liz­za­ti da eco­no­mi­sti hanno cal­co­la­to il va­lo­re degli ac­cor­di bi­la­te­ra­li. Le con­clu­sio­ni non la­scia­no spa­zio a dubbi: senza que­sti ac­cor­di, l’e­co­no­mia sviz­ze­ra po­treb­be per­de­re tra i 37 e i 64 mi­liar­di di fran­chi di red­di­to al­l’an­no. Per il cit­ta­di­no, ciò rap­pre­sen­ta una di­mi­nu­zio­ne del red­di­to pro ca­pi­te fino a 4’400 fran­chi al­l’an­no. In ge­ne­ra­le è chia­ro che l’e­co­no­mia be­ne­fi­cia am­pia­men­te degli ac­cor­di bi­la­te­ra­li: dai pro­dut­to­ri di for­mag­gio ai ri­cer­ca­to­ri, dai gran­di im­pren­di­to­ri alle PMI.

NON ESI­STE UN’AL­TER­NA­TI­VA EQUI­VA­LEN­TE

L’i­ni­zia­ti­va del­l’U­DC con­tro i bi­la­te­ra­li non pro­po­ne nes­su­na va­li­da al­ter­na­ti­va. I con­tin­gen­ti non mi­glio­re­reb­be la si­tua­zio­ne sul mer­ca­to del la­vo­ro. Essi ag­gra­ve­reb­be­ro in­ve­ce la pe­nu­ria di ma­no­do­pe­ra e met­te­reb­be­ro in pe­ri­co­lo degli im­pie­ghi. Inol­tre, un ac­cor­do di li­be­ro scam­bio di vasta por­ta­ta non per­met­te­reb­be la par­te­ci­pa­zio­ne delle im­pre­se sviz­ze­re al mer­ca­to in­ter­no del­l’UE pos­si­bi­le gra­zie agli ac­cor­di bi­la­te­ra­li. Al­l’e­po­ca que­sti ul­ti­mi sono stati con­clu­si per­ché ap­por­ta­no un no­te­vo­le va­lo­re ag­giun­to alle im­pre­se sviz­ze­re.
L’i­ni­zia­ti­va del­l’U­DC con­tro i bi­la­te­ra­li mette a ri­schio la piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra e il suo be­nes­se­re e non ap­por­ta nes­sun va­lo­re ag­giun­to. In si­mi­li con­di­zio­ni, eco­no­mie­suis­se re­spin­ge ca­te­go­ri­ca­men­te que­sta ini­zia­ti­va.
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Evi­ta­to un nuovo at­tac­co con­tro l’ac­cor­do qua­dro

EU und Schweizer Sprechblase

NEWS 

eco­no­mie­suis­se con­di­vi­de la chia­ra de­ci­sio­ne del Con­si­glio degli Stati di re­spin­ge­re la mo­zio­ne Föhn che chie­de di ri­fiu­ta­re l’ac­cor­do isti­tu­zio­na­le. Ma non si è an­co­ra ot­te­nu­to nulla: senza ac­cor­do qua­dro, la via bi­la­te­ra­le ri­schia di sgre­to­lar­si.


Il Con­si­glio degli Stati ha re­spin­to sec­ca­men­te la mo­zio­ne di Peter Föhn con 37 voti con­tro 5. Esso ha se­gui­to il Con­si­glio fe­de­ra­le e le rac­co­man­da­zio­ni degli am­bien­ti eco­no­mi­ci. eco­no­mie­suis­se sa­lu­ta fa­vo­re­vol­men­te la de­ci­sio­ne del Con­si­glio degli Stati. Con­tra­ria­men­te a quan­to af­fer­ma la mo­zio­ne Föhn, l’ac­cor­do isti­tu­zio­na­le non com­por­ta una ri­pre­sa au­to­ma­ti­ca del di­rit­to eu­ro­peo. Quan­do la Sviz­ze­ra con­clu­de un ac­cor­do bi­la­te­ra­le con un altro Stato, essa può na­tu­ral­men­te de­ci­de­re quali di­rit­ti ap­pli­ca­re. È ciò che si in­ten­de con ri­pre­sa di­na­mi­ca del di­rit­to. Il Con­si­glio fe­de­ra­le lo ha in­di­ca­to nella sua ri­spo­sta alla mo­zio­ne. In­fi­ne, una ri­pre­sa au­to­ma­ti­ca del di­rit­to, in cui il di­rit­to eu­ro­peo di­ven­te­reb­be parte in­te­gran­te di un ac­cor­do bi­la­te­ra­le senza in­ter­ven­to della Sviz­ze­ra, è esclu­so. L'ac­cor­do isti­tu­zio­na­le non mo­di­fi­ca in alcun modo il pro­ces­so le­gi­sla­ti­vo sviz­ze­ro o il di­rit­to di re­fe­ren­dum.
Con­tra­ria­men­te a quan­to af­fer­ma Peter Föhn, in caso d’ac­cet­ta­zio­ne del­l’ac­cor­do qua­dro, non sa­reb­be la Corte di giu­sti­zia del­l’U­nio­ne eu­ro­pea a de­ci­de­re su que­stio­ni di di­rit­to, bensì un tri­bu­na­le ar­bi­tra­le in­di­pen­den­te. Que­st’ul­ti­mo de­ci­de­reb­be in ma­nie­ra au­to­no­ma e de­fi­ni­ti­va se una ver­ten­za ri­guar­da l’in­ter­pre­ta­zio­ne del di­rit­to eu­ro­peo op­pu­re no. Il tri­bu­na­le ar­bi­tra­le do­vreb­be ri­fe­rir­si alla giu­ri­spru­den­za della CGUE uni­ca­men­te per que­stio­ni di in­ter­pre­ta­zio­ne del di­rit­to eu­ro­peo. Da no­ta­re che il Tri­bu­na­le fe­de­ra­le agi­sce già in que­sto modo.

NE­CES­SA­RIA UNA SO­LU­ZIO­NE RA­PI­DA

Il netto ri­fiu­to della mo­zio­ne Föhn è cer­ta­men­te ral­le­gran­te, ma fin­ché che il Con­si­glio fe­de­ra­le non riu­sci­rà ad im­por­re i ne­ces­sa­ri chia­ri­men­ti con l’UE e non sot­to­por­rà l’ac­cor­do qua­dro al Par­la­men­to, l’in­cer­tez­za del di­rit­to per le im­pre­se sviz­ze­re per­du­re­rà. Que­ste ul­ti­me at­ten­do­no la con­fer­ma che la via bi­la­te­ra­le possa pro­se­gui­re anche in fu­tu­ro.
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Il Con­si­glio na­zio­na­le so­stie­ne la via bi­la­te­ra­le

Symbolbild: Personen zeigen Daumen hoch

NEWS 


Con 123 voti a 63 e 3 aste­nu­ti, il Con­si­glio Na­zio­na­le si è chia­ra­men­te op­po­sto al­l'i­ni­zia­ti­va per la li­mi­ta­zio­ne del­l'U­DC. La pro­po­sta ra­di­ca­le por­reb­be fine alla via bi­la­te­ra­le e com­por­te­reb­be costi ele­va­ti. eco­no­mie­suis­se è sod­di­sfat­ta di que­sta de­ci­sio­ne. In­fat­ti, il pac­chet­to con­trat­tua­le degli Ac­cor­di Bi­la­te­ra­li ap­por­ta molti van­tag­gi per le im­pre­se con sede in Sviz­ze­ra.

Gli elet­to­ri sviz­ze­ri vo­te­ran­no pro­ba­bil­men­te sul­l'i­ni­zia­ti­va per la li­mi­ta­zio­ne del­l’U­DC nel mag­gio del 2020. Il Con­si­glio na­zio­na­le ha ora trat­ta­to la pro­po­sta come prima ca­me­ra e la sua de­ci­sio­ne è chia­ra: con 123 voti a 63 e 3 aste­nu­ti ha rac­co­man­da­to di re­spin­ge­re l’i­ni­zia­ti­va senza con­tro­pro­get­to. L'i­ni­zia­ti­va mira a porre fine al­l'ac­cor­do sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne con i Paesi del­l'UE e del­l'AELS. Ciò si­gni­fi­che­reb­be au­to­ma­ti­ca­men­te la fine della via bi­la­te­ra­le della Sviz­ze­ra. La li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne è le­ga­ta agli altri sei ac­cor­di bi­la­te­ra­li I (agri­col­tu­ra, tra­spor­ti aerei e ter­re­stri, osta­co­li tec­ni­ci al com­mer­cio, ac­cor­di sulla ri­cer­ca, ap­pal­ti pub­bli­ci) at­tra­ver­so la "clau­so­la ghi­gliot­ti­na". eco­no­mie­suis­se sa­lu­ta con fa­vo­re que­sto ri­sul­ta­to, in quan­to di­mo­stra che la gran­de mag­gio­ran­za dei Con­si­glie­ri na­zio­na­li ri­co­no­sce la sto­ria di suc­ces­so del primo pac­chet­to di ac­cor­di bi­la­te­ra­li.


TROP­PO RA­DI­CA­LE E TROP­PE PER­DI­TE DI BE­NES­SE­RE

Il Con­si­glio na­zio­na­le ri­tie­ne che l'i­ni­zia­ti­va sia trop­po ra­di­ca­le e che il costo di un'ac­cet­ta­zio­ne sia trop­po ele­va­to. eco­no­mie­suis­se ha di­mo­stra­to solo la scor­sa set­ti­ma­na, in un suo dos­sier­po­li­ti­ca, che gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li hanno por­ta­to ad un au­men­to del be­nes­se­re fino a 4'400 fran­chi pro ca­pi­te al­l'an­no. Allo stes­so tempo, l'i­ni­zia­ti­va non for­ni­sce al­ter­na­ti­ve va­li­de alla via bi­la­te­ra­le. I si­ste­mi di con­tin­gen­ti ag­gra­va­no la ca­ren­za di la­vo­ra­to­ri qua­li­fi­ca­ti e un ampio ac­cor­do di li­be­ro scam­bio non con­sen­te, con­tra­ria­men­te agli ac­cor­di bi­la­te­ra­li, la par­te­ci­pa­zio­ne al mer­ca­to in­ter­no del­l'UE da parte delle im­pre­se sviz­ze­re. 

IL CON­SI­GLIO DEGLI STATI DI­BAT­TE IL PRO­GET­TO NELLA SES­SIO­NE IN­VER­NA­LE

Quale pros­si­mo passo, si oc­cu­pe­rà del­l’i­ni­zia­ti­va il Con­si­glio degli Stati. eco­no­mie­suis­se - in­sie­me ad un'am­pia al­lean­za aper­ta+so­vra­na - con­ti­nue­rà a la­vo­ra­re per ga­ran­ti­re che gli Ac­cor­di bi­la­te­ra­li I non siano messi a re­pen­ta­glio in Con­si­glio degli Stati e suc­ces­si­va­men­te alle urne.
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