(ANSA) - ROMA, - "Oggi ci serve uno schema di riferimento complessivo in cui collocare scelte e priorità d'investimento significa dire che, se nel 1955 un piano è stato necessario, altrettanto lo è oggi", avverte il "gruppo dei 20", economisti del gruppo di ricerca e discussione che si riunì nel 2013 presso la Fondazione Economia Tor Vergata per iniziativa di Luigi Paganetto, che ne coordina l'attività, e che lavora con l'obiettivo di dare un contributo per 'rivitalizzare un'Europa Anemica'. E' tornato a riunirsi, a distanza, in piena emergenza economica per l'impatto del Covid. E la strada che indica è quella che fui seguita nel Paese nel 1955. " Nel dibattito di oggi si accosta spesso la crisi del post Covid-19 all'economia di guerra e il Recovery Plan al Piano Marshall del 1947. Ci si dimentica che a quest'ultimo nel nostro Paese seguì, nel 1955, il Piano Vanoni, più precisamente 'Lo schema di sviluppo dell'occupazione e del reddito in Italia per il decennio 1955-64', che aveva quattro obiettivi: la creazione di 4 milioni di posti di lavoro, la riduzione dello squilibrio tra Nord e Sud, l'aumento dell'export e il conseguente pareggio della bilancia dei pagamenti, la redistribuzione delle forze di lavoro".
Il documento avverte: "Non aiuta molto l'indicazione del Governo di un obiettivo di raddoppio del tasso di crescita del Pil se non si dice come si può e si vuole realizzarlo"; sull'andamento possibile della crisi, a V o a W, "nessuno può fare previsioni credibili ma alla luce dell'evoluzione recente del ciclo non c'è da essere ottimisti. Non bisogna in ogni caso dimenticare l'esperienza della crisi del 2008 dove il nostro paese è rimasto unico in Ue a non aver recuperato i livelli di Pil pre-crisi".
In conclusione "la scelta di guardare nell' immediato alle esigenze che nascono dalla recrudescenza del Covid può anche andar bene a condizione che venga definito subito un quadro di compatibilità macroeconomiche in cui, per rimanere al Piano Vanoni, riduzione del divario nord-sud, export e competitività, riassorbimento della disoccupazione giovanile e non, educazione nonché città e trasporti siano obiettivi prioritari": . (ANSA).
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