lunedì 22 settembre 2014

G20: avvisa su crescita e deflazione, divisioni Usa-Ue


Piani su infrastrutture, fisco; Visco,forse no nuovi stimoli Bce

Gli obiettivi di accelerare la crescita sono condivisi anche se al G20 le ricette per raggiungerli sono diverse e restano le differenze fra gli Stati Uniti, in piena ripresa, e un'Europa ferma e oltretutto divisa al suo interno su come agire. Dal vertice di Cairns in Australia si sottolinea di essere vicini (1,8%) al target di un aumento del Pil del 2% in cinque anni ma con molti rischi di rallentamento e emergono anche alcune novità pratiche: la creazione di una grande rete globale, elaborata dalla Banca Mondiale, per far conoscere agli investitori i progetti di infrastrutture nei diversi paesi e la proposta finale per regolare le banche 'troppo grandi per fallire' che sarà approvata al vertice di novembre. La crescita resta quindi il tema centrale di un vertice nel quale si è discusso anche di tassi di cambio e dei rischi di bolle derivanti dalla politica di tassi bassi. Allarme rosso inoltre per i pericoli di deflazione: "la politica monetaria nelle economie avanzate continua a sostenere la crescita e dovrebbe affrontare, in modo tempestivo, le pressioni deflazionistiche" si legge nel comunicato finale. Approvato inoltre il piano di attuazione dello standard globale per lo scambio automatico di informazioni tributarie, sviluppato in combinazione con l'OCSE per contrastare l'evasione fiscale. Soddisfatto il ministro Padoan che parla di "un esempio di riforma strutturale internazionale: nuove regole che cambiano i comportamenti e producono risultati tangibili".

I paesi del G20 cominceranno a scambiare informazioni tributarie in modo automatico tra loro e con paesi terzi tra il 2017 e il 2018. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco rileva al riguardo che la Bce, che si è mossa a settembre con un pacchetto di misure straordinarie "potrebbe non aver bisogno di ulteriori misure di stimolo dopo che le azioni degli ultimi mesi hanno spinto al ribasso l'euro" e che l'area non si trova in deflazione ma in eccessiva disinflazione. Anche l'altro componente del Board Benoit Coerè spiega che "è troppo presto per dire se servano misure aggiuntive" e, non a caso aggiunge, che "nessuno al vertice ci ha chiesto di fare di più" riconoscendo comunque come la debolezza della domanda sia un fattore centrale. Al di là delle dichiarazioni ufficiali comunque una discussione sulle misure da intraprendere sembra essere avvenuta. Peraltro il segretario al Tesoro Usa Jack Lew a fine vertice ha chiesto esplicitamente all'Europa di fare di più, non solo le riforme ma anche aumentando la domanda a breve termine e ha ammesso "differenze filosofiche con alcuni dei nostri amici in Europa" ma ha rilevato come non vi sia "contraddizione" e debba essere trovato il giusto bilanciamento. E' chiara l'allusione alla Germania che infatti per bocca del ministro Wolfgang Schauble ha subito ribadito la propria linea: "Deficit più alti non si traducono in una crescita maggiore", dichiarazioni che il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha ulteriormente dettagliato: "E' cruciale attuare riforme strutturali. L'attenzione non dovrebbe essere su misure di breve termine". Una linea opposta quindi sia agli Stati Uniti che a diversi partner europei, Italia in testa. Alla fine del vertice il commissario Ue agli affari economici Katainen ha comunque promesso che l'Europa farà la sua parte. Ma alla riunione hanno tenuto banco anche due temi non economici ma che rischiano di far saltare le previsioni di crescita: Ebola e la crisi Ucraina-Russia. Se infatti sembra confermato che il presidente russo Vladimir Putin parteciperà al vertice G20 dei capi di stato di novembre, il segretario al Tesoro Usa ha ribadito la ferma posizione di Washington. "Se la situazione non migliora" prima di novembre in Australia, il presidente della Russia Vladimir Putin "ascolterà direttamente ciò che sente ora attraverso le sanzioni. ovvero che le azioni della Russia sono inaccettabili". Lew si è detto sicuro che qualora la Russia continui a minacciare la sovranità dell'Ucraina "ci sarà unità nell'isolarla economicamente". "Il nostro obiettivo e penso anche quello dell'Europa è lo stesso". I colloqui tenuti con le controparti durante il vertice G20, spiega, "certamente suggeriscono che rimaniamo uniti" sul tema delle sanzioni.
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