sabato 11 novembre 2023

Il battaglione di donne che ha ucciso 100 miliziani

 

Il messaggio è arrivato nel pieno del caos del 7 ottobre dal colonnello Yonatan Tzur: Infiltrazione vicino a Sufa e Nirim, ci sono terroristi, sono pesantemente armati".

I momenti successivi sono stati frenetici.La tenente colonnello Or Ben-Yehuda ha convocato in un attimo il suo gruppo di tiratrici scelte e carriste: "Stiamo andando ad eliminare i terroristi. L'infiltrazione in Israele si sta diffondendo".

Quel giorno è durato una vita, il battaglione Caracol, composto per due terzi da donne soldato, ha ucciso cento terroristi entrati nel sud del Paese per assaltare le comunità di confine. Berretto verde e stivali rossi, sullo stemma il caracal, la lince del deserto. Come quel gatto col fiuto imbattibile, le militari si arrampicano su alberi e pali in un baleno, piazzano telecamere per vedere il nemico. Poi tirano e uccidono. La squadra guidata da Ben-Yehuda si è spostata con mezzi corazzati il più rapidamente possibile dal quartier generale a Nahal Raviv verso gli insediamenti presi d'assalto.
Piovevano razzi da tutte le parti. Nei pressi del kibbutz Sufa, nella parte ovest del deserto, la comandante ha ricevuto un report: "Dentro ci sono terroristi e feriti". Così é diventato drammaticamente chiaro che non si trattava di un'infiltrazione terroristica di routine. Miliziani armati erano dovunque.
All'improvviso un convoglio con 50 terroristi e cecchini ha caricato un'unità del battaglione a una velocità impressionante. Immediata la risposta, con l'uccisione degli uomini di Hamas e altri costretti a ritirarsi. In quel frangente vertiginoso, Ben-Yehuda si è ritrovata di fronte un jihadista che stava per premere il grilletto contro la sua faccia. E' stata più veloce lei, ha sparato a bruciapelo, si è salvata. Per quattro ore infernali, i terroristi hanno tentato di aggirare il battaglione, pick-up armati con mitragliatrici e carichi di miliziani continuavano ad arrivare in un attacco a pioggia. Il battaglione ha risposto duramente, gli elicotteri della squadra sono atterrati sotto il fuoco, parte dei terroristi è rimasta sul terreno. Il Caracal ha combattuto per 14 ore, finché la zona non è stata messa in sicurezza. Molti giorni dopo, Ben-Yehuda ha raccontato ai media com'era andata, dichiarando che i carri armati sotto il suo comando hanno avuto un ruolo vitale nella difesa dei kibbutz, specie nella battaglia a Holit, comunità dove almeno 11 residenti sono stati uccisi insieme a due lavoratori migranti. La tenente colonnello ci ha tenuto a fare una dichiarazione femminista: "L'efficacia sul campo di battaglia ha cancellato i dubbi. Le soldatesse dell'unità hanno combattuto con coraggio, salvato vite, sono eroine", ha detto.
L'esercito ne va orgoglioso, sul suo sito una comandante scrive: "Qui non facciamo distinzione tra sessi. Indossiamo la stessa uniforme, portiamo le stesse armi. Se un soldato maschio viene ferito, sa che lo porterò in salvo, lo stesso vale al contrario". Per Or Ben-Yehuda, giovane donna dai capelli lunghi che escono dall'elmetto, nonostante la consapevolezza dell'efficacia sul campo resta il segno per i compagni d'armi morti, compreso il colonnello Yonatan Tzur, che per primo l'aveva chiamata in battaglia.TEL AVIV

dell'inviata Silvana Logozzo

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