Nel 2022 il Pil si attesterà al 2,5%, con una correzione al rialzo di circa 0,4 punti percentuali rispetto alla precedente valutazione: è la nuova stima diffusa da Confcommercio in occasione dell'Assemblea generale.
Anche la spesa delle famiglie migliora di circa quattro decimi di punto rispetto alle precedenti valutazioni, mentre per l'inflazione si stima una crescita del 6,3%.
Per quanto riguarda i consumi - comprensivi della spesa del turismo estero - il +5,4% registrato nel 2021 ha permesso solo un parziale recupero di quanto perso nel 2020 (-11,5%) e solo nel 2023 si prevede un completo ritorno ai livelli pre-pandemia.
I servizi hanno lasciato sul campo della pandemia 930mila posti di lavoro rispetto al 2019, "e ciò minaccia la capacità di ripresa dell'intero Paese", perché "il terziario di mercato, cioè le nostre imprese", non riesce più a compensare il calo dell'occupazione. E "se non riparte il terziario, non riparte l'Italia": lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, durante l'assemblea annuale dell'organizzazione. Sangalli ha anche spiegato che con l'inflazione elevata si riduce il potere d'acquisto e i risparmi degli italiani, col rischio di aumentare ancora di più la frenata dei consumi.Redazione ANSA
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