Al via nelle prossime settimane. Con economisti e politologi
"In Italia finora è mancata una politica industriale,
quindi nelle prossime settimane" verrà avviata la "costruzione di una
task force composta da economisti, politologi, e in generale persone che
riescano a creare un industrial compact italiano sulla falsariga di
quello europeo". Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico
Federica Guidi in audizione alla Camera delineando il programma del suo
mandato.
I rapporti del governo con Confindustria, ha detto rispondendo poi ai cronisti, "sono di rispetto reciproco. Abbiamo ruoli diversi in ambiti diversi e i rapporti rispettano questi ruoli e sono di collaborazione".
"Il recupero (dalla crisi economica, ndr) è in corso ma è ancora lento e incerto ha osservato, aggiungendo che "fragilità congiunturali e alti costi di sistema rischiano di frenare la ripresa". Insomma, ha aggiunto, "il treno della ripresa è in arrivo ma tutti noi dobbiamo fare in modo che si fermi alla nostra stazione, che non venga saltata".
"Quando sono arrivata al ministero dello Sviluppo economico - ha detto ancora - ho trovato 150 decreti attuativi pendenti: vogliamo chiudere celermente questo cantiere". Nel Paese, ha aggiunto, c'è bisogno di una "grande opera di sburocratizzazione" e di "soluzioni strutturali", per quanto riguarda "l'elevato costo dell'energia e la limitata apertura internazionale" delle imprese.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSAI rapporti del governo con Confindustria, ha detto rispondendo poi ai cronisti, "sono di rispetto reciproco. Abbiamo ruoli diversi in ambiti diversi e i rapporti rispettano questi ruoli e sono di collaborazione".
"Il recupero (dalla crisi economica, ndr) è in corso ma è ancora lento e incerto ha osservato, aggiungendo che "fragilità congiunturali e alti costi di sistema rischiano di frenare la ripresa". Insomma, ha aggiunto, "il treno della ripresa è in arrivo ma tutti noi dobbiamo fare in modo che si fermi alla nostra stazione, che non venga saltata".
"Quando sono arrivata al ministero dello Sviluppo economico - ha detto ancora - ho trovato 150 decreti attuativi pendenti: vogliamo chiudere celermente questo cantiere". Nel Paese, ha aggiunto, c'è bisogno di una "grande opera di sburocratizzazione" e di "soluzioni strutturali", per quanto riguarda "l'elevato costo dell'energia e la limitata apertura internazionale" delle imprese.